Il refettorio del Monastero
di Santa Maria in Valle

La sala del Refettorio è uno dei primi spazi che possiamo visitare al nostro ingresso al Monastero una volta lasciata alle nostre spalle la biglietteria.

Il Refettorio, che nella sua attuale struttura rettangolare risale al Settecento, era la sala nelle quali le monache consumavano i loro pasti e, pertanto, l’accesso era interdetto al pubblico: oggi possiamo invece entrarvi liberamente e osservare la decorazione a stucchi e affreschi del soffitto che raffigura l'Annunciazione e le Storie di Santa Scolastica e di San Benedetto, immaginandoci le monache sedute sulle panche a consumare i pasti disposti sulle lunghe tavolate posizionate lungo il perimetro del locale, mentre una consorella dal pulpito sopraelevato leggeva alcuni passi delle Scritture.

Dalla sua riapertura al pubblico, avvenuta nel 2008, la sala del refettorio ospita diversi appuntamenti culturali, come presentazione di libri, conferenze e concerti.

Piace però ricordare soprattutto la sua nuova connotazione romantica: molte coppie l’hanno scelta per celebrarvi il matrimonio con rito civile o per il rinnovo dei voti e, in alcuni casi, il Refettorio ha offerto anche un accogliente e sicuro riparo, in caso di maltempo, per le cerimonie degli sposi previste negli spazi esterni del Monastero.

gli affreschi del XIV secolo
Il refettorio del Monastero
di Santa Maria in Valle

La sala del Refettorio è uno dei primi spazi che possiamo visitare al nostro ingresso al Monastero una volta lasciata alle nostre spalle la biglietteria.

Il Refettorio, che nella sua attuale struttura rettangolare risale al Settecento, era la sala nelle quali le monache consumavano i loro pasti e, pertanto, l’accesso era interdetto al pubblico: oggi possiamo invece entrarvi liberamente e osservare la decorazione a stucchi e affreschi del soffitto che raffigura l'Annunciazione e le Storie di Santa Scolastica e di San Benedetto, immaginandoci le monache sedute sulle panche a consumare i pasti disposti sulle lunghe tavolate posizionate lungo il perimetro del locale, mentre una consorella dal pulpito sopraelevato leggeva alcuni passi delle Scritture.

Dalla sua riapertura al pubblico, avvenuta nel 2008, la sala del refettorio ospita diversi appuntamenti culturali, come presentazione di libri, conferenze e concerti.

Piace però ricordare soprattutto la sua nuova connotazione romantica: molte coppie l’hanno scelta per celebrarvi il matrimonio con rito civile o per il rinnovo dei voti e, in alcuni casi, il Refettorio ha offerto anche un accogliente e sicuro riparo, in caso di maltempo, per le cerimonie degli sposi previste negli spazi esterni del Monastero.

gli affreschi del XIV secolo
Il refettorio del Monastero
di Santa Maria in Valle

La sala del Refettorio è uno dei primi spazi che possiamo visitare al nostro ingresso al Monastero una volta lasciata alle nostre spalle la biglietteria.

Il Refettorio, che nella sua attuale struttura rettangolare risale al Settecento, era la sala nelle quali le monache consumavano i loro pasti e, pertanto, l’accesso era interdetto al pubblico: oggi possiamo invece entrarvi liberamente e osservare la decorazione a stucchi e affreschi del soffitto che raffigura l'Annunciazione e le Storie di Santa Scolastica e di San Benedetto, immaginandoci le monache sedute sulle panche a consumare i pasti disposti sulle lunghe tavolate posizionate lungo il perimetro del locale, mentre una consorella dal pulpito sopraelevato leggeva alcuni passi delle Scritture.

Dalla sua riapertura al pubblico, avvenuta nel 2008, la sala del refettorio ospita diversi appuntamenti culturali, come presentazione di libri, conferenze e concerti.

Piace però ricordare soprattutto la sua nuova connotazione romantica: molte coppie l’hanno scelta per celebrarvi il matrimonio con rito civile o per il rinnovo dei voti e, in alcuni casi, il Refettorio ha offerto anche un accogliente e sicuro riparo, in caso di maltempo, per le cerimonie degli sposi previste negli spazi esterni del Monastero.

gli affreschi del XIV secolo

La “quadreria” si trova al primo piano del Monastero ed è stata intitolata “Ala Amelio Tagliaferri”. L’Amministrazione Comunale ha deciso di allestire, in detti locali, una esposizione permanente di opere di artisti della regione Friuli Venezia Giulia facenti parte della Collezione d’arte comunale, con possibilità di ospitare delle mostre temporanee. Il progetto espositivo è in divenire, ma l’ala è già visitabile.

Si tratta del piano nobile che ospitava la serie di celle delle monache, il noviziato, il refettorio delle ammalate e l'infermeria, i cameroni delle “serve”. Il sottotetto, invece, era adibito a granaio.  Molto suggestivi sono gli ambienti privati delle monache che per secoli sono stati inaccessibili. In particolare l'ala nord-est della clausura, realizzata agli inizi del XVIII secolo, conserva ancora il sistema di partizione in piccole stanze quadrate distribuite simmetricamente rispetto all’ampio corridoio dal pavimento in cotto. Le stanze hanno tutte una finestra che si affaccia su ambienti interni al monastero (il chiostro, l'orto sul Natisone): la vita privata delle monache rimaneva, in tal modo, del tutto celata. L'arredo era minimale: un letto in ferro, un lavamano, un piccolo scrittoio, un inginocchiatoio e un armadio per le poche cose personali. Nelle celle le monache si ritiravano per il riposo e per la meditazione personale.

Scopri le attività produttive locali

La Vetrina del Territorio, inaugurata il 26 giugno 2021, è ospitata negli spazi del centro visite del Monastero. La sala espositiva è dedicata alla promozione e alla valorizzazione dei prodotti enogastronomici e artigianali del territorio.

Le attività produttive locali, selezionate da Coldiretti Udine, Confartigianato – Imprese Udine e Consorzio tutela vini "Friuli Colli Orientali e Ramandolo"  tra i propri associati, rappresentano al meglio l’eccellenza regionale e trovano una propria collocazione nelle teche espositive allestite dalle stesse associazioni di categoria.

 
Il Silenzio del complesso monastico
 

Passeggiando tra i filari di vite si può godere del silenzio monastico; anche questa zona, infatti, faceva parte di quegli ambienti interdetti a tutti tranne che alle monache. Addossate alla chiesa di San Giovanni ci sono delle piccole serre dove venivano fatte crescere piante officinali e fiori.

Le vigne sono visitabili liberamente durante gli orari di apertura del Monastero e spesso accolgono piccoli eventi culturali/turistici.